%0 Journal Article %A Kienlechner, Susanne %D 2020 %F artdok:7033 %R 10.11588/artdok.00007033 %T Max Beckmann: "Quappi e l’indiano, 1941" e il trittico "Attori, 1941-1942" Teosofia, resistenza e pacifismo a Ommen e a Castel Eerde. Un'analisi degli eventi storici contemporanei %U https://archiv.ub.uni-heidelberg.de/artdok/7033/ %X Verso la fine del 1945 furono scattate nuove fotografie dei dipinti di Max Beckmann, compresi gli "Attori". La fine della guerra aveva riacceso l’interesse per le opere dell’artista tedesco, soprattutto in America. Max Beckmann, guardando questi scatti in bianco e nero dei suoi dipinti, annota nella sua agenda il 6 gennaio 1946: "In ogni caso, dimostro l’aspetto del tempo come nessun altro. E questo è assicurato - guardando le nuove foto dei miei dipinti [...]”. Come mai Max Beckmann si è sentito spinto a riaffermare che "dimostro l'aspetto del tempo come nessun altro"? Sarà stata la preoccupazione, che "l'aspetto del tempo", la conoscenza della realtà vissuta ma premurosamente mascherata sui suoi dipinti, avrebbe portato a un malinteso nei confronti della sua persona? Le foto in bianco e nero hanno forse rievocato in lui le fotografie in bianco e nero delle sue figure, che gli erano probabilmente servite come modelli. Questo è possibile, è infatti probabile che egli non conoscesse personalmente molti di questi personaggi, oppure preferisse inserirli "nell'aspetto del tempo" nei suoi dipinti, in base alle foto in bianco e nero - senza che loro ne avessero conoscenza. E in questo articolo di nuovo non facciamo altro che cercare il percorso che più ci avvicina alla chiara realtà vissuta dell’artista e celata nella sua opera "dell’aspetto del tempo" come lui stesso aveva riaffermato nella sua agenda il 6 gennaio 1946. %Z Zugang zum Artikel in deutscher Sprache siehe Link "Verwandte URLs".