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IL PROGETTO CRITICO DELLA FILOSOFIA TRASCENDENTALE TRA ONTOLOGIA ED EPISTEMOLOGIA. Studio sulle origini e sullo sviluppo del concetto kantiano di oggettività trascendentale.

Segesta, Jessica

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Abstract

Il presente studio nasce con l’intento generale di suggerire una possibile via di lettura per la filosofia trascendentale kantiana, che sappia coniugare, in termini coerenti con lo spirito del criticismo, due problematiche che risultano essere crucialmente connesse nell’ambito della proposta speculativa avanzata dal filosofo di Königsberg: la questione originariamente ontologica e quella propriamente gnoseologica. È proprio nell’inestricabile convergenza tra queste due istanze speculative, infatti, che risiederebbe la ricchezza della prosposta metafisica kantiana; una ricchezza che, specie in passato, si è ritrovata spesso mortificata in interpretazioni che hanno perentoriamente escluso una delle due istanze veicolate dal trascendentale, per metterne in risalto l’altra. Un caso paradigmatico, come è noto, è rappresentato dalla lettura heideggeriana della filosofia critica, secondo la quale la conoscenza trascendentale restituirebbe in Kant il programma di una vera e propria ontologia fondamentale, quale espressione del tentativo originario di appropriarsi l’essenziale della fondazione della metafisica; un’ontologia dunque che, come tale, non possiede alcuna pretesa di “novità” rispetto ai desiderata della metafisica tradizionale, se non quello di porre reiteratamente in questione il suo autentico domandare. Nella prospettiva in cui è stato in principio concepito il presente studio, la filosofia trascendentale kantiana si farebbe in realtà portavoce di un’ontologia di tipo nuovo rispetto ai desiderata della tradizione, nella quale non si ha più di mira l’ente in quanto ente o, come direbbe Heidegger, il suo essere in generale “ente”, quanto la ricerca di quelle condizioni puramente soggettive che risutano del tutto necessarie per riconoscere – conoscere a priori – nell’ambito del reale un dato che possa essere ontologicamente significativo. Il programma ontologico di cui si fa portavoce il trascendentale, infatti, pur innestandosi sul solco della tradizione descritta dal razionalismo metafisico, con la quale lo stesso Kant ha fin da principio instaurato un confronto genuinamente critico, non ambisce più ad indagare le qualità più recondite delle cose – a penetrare l’essenza stessa degli enti –, ma assume piuttosto la forma più “modesta” di un sapere, che è volto a definire a priori l’orizzonte sensibile nel quale risulta legittimamente applicabile la nozione generale di “oggetto”. Nel nuovo linguaggio della filosofia trascendentale, l’ontologia kantiana non ammette infatti un contatto diretto con l’ente, tematizzando piuttosto quelle condizioni puramente soggettive, che indirettamente rendono possibile tradurre quella realtà che è data nell’ambito della rappresentazione del soggetto in un qualcosa di rilevante dal punto di vista ontologico. Le ricerche condotte nel corso dei miei studi accademici hanno mostrato come la teoria kantiana dell’oggetto trascendentale, l’individuazione del cui statuto autentico teorico è ancora oggi oggetto di un acceso dibattito tra le fila dei Kantforscher, possa restituire un accesso privilegiato alla questione. Nella formula dell’oggetto trascendentale sarebbe a mio avviso possibile, infatti, rinvenire quella che in sede di Critica della ragion pura è l’espressione forse più coerente dell’originario proposito kantiano di approdare ad un modello ontologico che, facendo leva sulla possibilità di una reale applicazione dei suoi concetti, fosse capace di coniugare le originarie aspirazioni conoscitive dell’indagine metafisica con le strategie metodologiche delle scienze naturali. A restituire l’ordito sotteso a molti dei passagggi chiave che, nel tempo, hanno condotto il filosofo di Königsberg ad approntare un ripensamento in chiave critica della filosofia trascendentale (ontologia), è l’indagine relativa allo statuto teorico delle nozioni di spazio e tempo, sul quale era venuto storicamente a consumarsi il contrasto tra i propositi teorici della metafisica leibniziana e le istanze speculative della fisica newtoniana. Ed è proprio seguendo gli sviluppi che, nel corso dell’attività speculativa del filosofo, hanno contrassegnato la concezione kantiana di tali nozioni – concezione che, come si tenterà di mostrare in corso d’opera, è destinata a trovare il suo pieno e concreto sviluppo proprio nella formula dell’oggettività trascendentale –, che la presente ricerca ha quindi inteso ripercorre i momenti chiave che hanno segnato il progressivo allontanamento della filosofia kantiana dalle istanze dogmatiche del razionalismo metafisico, fino decretarne l’ufficiale divorzio in sede critica. A questo proposito mi è sembrato necessario premettere una breve indagine relativa allo stato dell’arte del concetto di oggetto trascendentale, che tenesse debitamente conto della prospettiva teorica con la quale è stato in principio approntato il presente lavoro di ricerca, per poi procedere alla presentazione della tesi che intende propriamente fare da sfondo all’intero studio.

Document type: Dissertation
Supervisor: Koch, Prof. Dr. Anton Friedrich
Place of Publication: Heidelberg
Date of thesis defense: 27 May 2020
Date Deposited: 15 Jul 2022 11:59
Date: 2022
Faculties / Institutes: Philosophische Fakultät > Philosophisches Seminar
DDC-classification: 100 Philosophy
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